Specificare la classe energetica di un immobile in vendita era già obbligatorio in Francia. Dal 1 gennaio 2011, i venditori saranno obbligati ad indicare la classe energetica delle case in vendita – con le lettere dalla A alla G, dalla categoria migliore alla peggiore, in base al consumo di energia – in tutti gli annunci immobiliari pubblicati su giornali, su siti internet o esposti nelle vetrine delle agenzie immobiliari.
Oltre all’impatto sull’ambiente, questa nuova misura certamente influenzerà il livello dei prezzi delle case e degli appartamenti. I compratori chiederanno sicuramente uno sconto sulla valutazione dell’immobile in vendita già dall’inizio della trattativa.
Benoit Fauchard – il responsabile dello sviluppo sostenibile della FNAIM, la Fédération NAtionale de l’IMmobilier – prevede un taglio nelle quotazioni comprese tra il 10% e il 15% e una caduta dei prezzi degli affitti per gli immobili con le peggiori performance energetiche. Questa nuova misura aiuterà i compratori a non acquistare immobili per i quali sarà necessario sostenere costi elevati per l’adeguamento degli impianti per la riduzione del consumo energetico.
Il problema dei consumi energetici nei vecchi edifici è molto serio in Francia e in particolare nella capitale. A Parigi i vecchi edifici da soli generano il 21% delle emissioni di CO2, che corrisponde al 43% del consumo totale di energia registrato in Francia. Secondo l’Agence Nationale de l’Habitat, 2,8 milioni di edifici appartenevano alla categoria F e 4,7 milioni di appartamenti appartenevano alla categoria G alla fine del 2007.
Gli esperti affermano che i locatari preferiranno immobili con canoni d’affitto più alti ma con un minore consumo di energia invece di case con affitti più bassi ma con spese più elevate. I consumi sono più alti negli edifici che sono stati costruiti tra il 1955 e il 1974 e nelle case rispetto agli appartamenti.
La vendita di case di nuova costruzione in Francia è cresciuta del 7,6%, nel secondo trimestre del 2010 rispetto allo stesso periodo del 2009. I prezzi sono aumentati del 5,4% nel secondo trimestre del 2010, raggiungendo i 3356 euro per metro quadrato.
Le questioni riguardanti la sostenibilità ambientale preoccupano anche gli affittuari di immobili commerciali nel Regno Unito. L’Occupier Satisfaction Survey 2010 pubblicato dalla Property Industry Alliance indica che essi sono solo moderatamente soddisfatti del servizio che i proprietari forniscono nel campo della sostenibilità. La sostenibilità è diventata una questione chiave per gli occupanti, i quali si aspettano che i proprietari s’impegnino in questioni ambientali e a collaborare con gli inquilini per prendere iniziative comuni. Ma gli occupanti saranno davvero disposti a pagare per vivere in edifici “verdi”?
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